GIORGIO LA MALFA Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, volevo solo associarmi alle parole, molto appropriate, che ha detto l’onorevole Fiano a proposito della ricorrenza dell’uccisione dell’avvocato Giorgio Ambrosoli. Egli ha letto una lettera molto toccante che l’Ambrosoli stesso scrisse alla moglie, in cui si ricapitolava il senso del compito difficile a cui era stato chiamato dalla Banca d’Italia e il modo scrupoloso in cui egli lo assolse, fino alla sua uccisione da parte di un sicario del banchiere Sindona. Voglio anche aggiungere, associandomi pienamente a queste parole e a questo ricordo, che altre furono le vittime di quel sistema sindoniano. In particolare, dobbiamo ricordare la figura straordinaria del Governatore della Banca d’Italia Baffi, che fu inseguito da una accusa tanto pretestuosa quanto infondata, perché ebbe a cadere, ma che era quasi certamente collegata alle manovre, anche politiche e al sostegno anche politico – ahimè – che aveva il banchiere Sindona in ambienti romani, e che poi portarono all’arresto altrettanto ingiustifiGIORGIO LA MALFAcato, ma che inferse una ferita non risanata alla Banca d’Italia, di un uomo straordinario come Mario Sarcinelli, che ha pagato personalmente ovviamente per aver fatto pienamente il suo dovere, e così via. Tutta questa vicenda, per la quale le Camere hanno anche disposto la costituzione di Commissioni di inchiesta, ha avuto un chiarimento nei suoi aspetti esecutivi. Si sa chi fu l’esecutore dell’uccisione, si sa chi fu il mandante, Sindona, ma non si sanno molte altre cose, compreso qualche mistero relativo alla morte del Sindona stesso.
Ma è stato opportuno da parte dell’onorevole Fiano ricordare tutto questo e adesso mi voglio associare.

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