Cari amici,

non è chiaro né da cosa sono motivate, né dove condurranno le recenti posizioni del Governo sull’Europa. Sono prese di posizione intese a cercare di recuperare un consenso in ambienti dove le critiche all’Europa sono molto forti, in vista del voto del 4 dicembre? Sono un modo per ottenere che la Commissione Europea rinvii il giudizio negativo che essa potrebbe dare sul bilancio italiano per il 2107? Sono invece il segnale di una vera evoluzione della posizione politica del Governo destinata a durare nel tempo?

Non possiamo saperlo. Quello che invece è certo è la subitaneità delle posizioni prese  fa sì che non si sfugga all’impressione di improvvisazione o di reazioni affrettate. E’ altresì certo che se un Paese decide che le regole europee ci impediscono di fare delle politiche economiche necessarie per la ripresa, allora non ha senso presentare un bilancio che è sostanzialmente in linea, salvo qualche decimale di troppo, rispetto alle richieste europee: o si sceglie una linea di sostegno forte alla ripresa con consistenti riduzioni delle imposte e investimenti pubblici adeguati oppure è meglio stare entro le regole europee.
Molto cordialmente
Giorgio La Malfa
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La vera partita va oltre i migranti
Che ci sia da qualche settimana un tono molto divers() dal passato nelle prese di posizioni del governo italiano sulle questioni europee 6 un dato di fatto. E cambiato it linguaggio che si e fatto molto duro verso le persone e le istituzioni. In politica le parole contano e pesano. E nei rapporti internazionali pesano spesso pill di quanto contino, nel senso che producono onde lunghe di reazione. Oggi l’escalation italiana ha fatto un passo ulteriore, con l’annuncio da parte del pill tradizionalmente europeista fra i sottosegretari che l’Italia non inten  de firmare it bilancio europeo. Po iche it bilancio richiede it consenso di tutti i paesi membri, si tratta di un veto: dalle parole siamo passatiaifatti. Una conferma, quindi, di una posizione in evoluzione. E tuttavia, cib detto, e difficile, molto difficile, dire oggi, se siamo di fronte a svolta vera nella politica europea dell’Italia e soprattutto, in caso affermativo, quale siano i \Teri propositi del govern°. Cominciamo dall’annuncio del sottosegretario Gozi. Nella meccanica delle istituzioni europee quando un Paese fa sapere che non c’e it suo accordo su un testo che richiede it consenso unanime, gli altri Paesi non possono che negoziare, perche altrimenti si fermerebbe tutto. In genere chi solleva un problema e dichiara di essere pronto a bloccare un provvedimento, ottiene qualche riconoscimento. Dopo di che passa al voto positivo e la questione si chiude. Qual e l’obiettivo dell’Italia? L’Italia ha sicuramente molte buone ragioni sugli immigrati e sul terremoto. Vi sono spese che siamo obbligati a sostenere per un interesse comune dell’Europa e ci sono bisogni dei nostri cittadini ai quali abbiamo it dovere di rispondere. Allora, l’obiettivo 6, come ha detto it presidente del Consiglio, di ottenere che gli altri Paesi non blo cchino l’accordo per ilricollocamento degli immigrati? Sembra molto in linea di principio, ma sembra molto po co in termini di soluzione del nostro problema, che nasce dal fatto che l’Italia 6 la frontiera meridionale della Ue e non pub certo co  struire un muro sul mare Mediterraneo. Apparepiu probabile che la minaccia di bloccare it bilancio abbia come vero obiettivo quello di ottenere dalla Commissione Europea it via libera al bilancio italiano per i12017 su cui finora si addensano le nuvole di un giudizio negativo per it suo livello eccessivo. In fondo staremmo dicendo alla Commissione che se mette sotto accusa it nostro bilancio, noi rispondiamo con it cannone del bilancio di tutta l’Europa. Questa 6 forse l’ipotesi pill probabile, ma sicuramente non 6 ancora tutto. Ce qualcosa di pill. In pimo luogo, c’e l’incoraggiamento di Obam a che giustamente ha detto ieri ad Atene che l’austerita da sola non porta da nessuna parte. L’Italia pub farsi forte di questo giudizio, anche se venendo da una presiden  za in limine conta assai meno che se fosse stato pronunciato con la stessa nettezza uno o due anni fa. C’e poi forse l’esito di un sondaggio di cui da conto stamane un giornale del Nord che segnala un recupero di simp atie del Governo proprio su questi temi. Ma soprattutto vi 6 la condizione depressa dell’economia italiana da cui non si esce. Il dubbio sul senso ultimo di queste posizioni italiane viene proprio dal pro  getto di bilancio che sta suscitando le critiche europee. Il fatto e che it bilancio per i12017, in cui si esprime la politica economica del govern°, e si un b ilancio che «sfida» l’Europa, ma non 6 un bilancio che serve all’Italia. Se si deve sfidare 1’Europa, allora bisogna impo  stare una politica economica molto diversa, basata su una sostanziosa e so  stanziale riduzione delle imposte e aumento degli investimentipubblici, a co  minciare dal problema della messa in sicurezza delle costruzione rispetto ai rischi dei terremoti. Insomma, se l’Italia deve litigare con l’Europa, lo faccia per dare una risposta a problemi ai quali in questi anni non si e riusciti a dare risposta, come si vede dalla condizione della disoccupazione, della poverta del Mezzogiorno. Chiedere all’Europa l’ autorizzazione a qualche maggiore spesa, per qualche decimale di punto che non basteranno certo a fare ripartire l’Italia servirebbe a poco. In altre parole, se la polemica con 1’Europa deve servire a far si che anche quest’anno la Commissione chiuda un occhio sui decimali in pill dell’Italia rispetti agli impegni contratti nei mesi scorsi, forse non ne vale la pena. Si rischia in un momento di grave incertezza internazionale di aggiungere problema a problema, senza con questo riuscire a risolvere i nostri problemi. Se invece siamo di fronte a una riconsiderazio  ne generale della politica economica italiana, allora possiamo trovarci di fronte a un’ evoluzione interessante. Oggi non si pub ancoragiudicare dove conduce la nuova posizione espressa in questi giorni dal governo italiano. Serve una vera riflessione sulla strategic con cui affrontare la una situazione economica che rimane molto poco soddisfacente. Per ora siamo rimasti a mezza’aria fra mezza austerity e mezza ripresa: con la conseguenza che non cresce il reddito ma cresce it debito pubblic o. Stiamo per prendere una nuova strada? Potrebbe essere interessante, ma forse non e it momento di mettere cosi tanta came al fuoco. Oltretutto, vie un gia un problema politico complesso che attende ilvoto degli italiani. Forse meglio rip arlare di queste cose a mente fredda, quando avremo capita meglio casa pensa Trump e quando it governo italiano avra spiegato meglio che cosa vuole ottenere dalla sua nuova posizione sui problemi europei.
 


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