Discussione sulle comunicazioni del Governo

 

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l’onorevole La Malfa. Ne ha facoltà, per due minuti.

GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente della Camera, signor Presidente del Consiglio, dieci anni fa, quando nacque l’euro, pochi in Europa e pochissimi nel nostro Paese segnalarono la preoccupazione che quella moneta nasceva priva di quella solidarietà politica e di quelle istituzioni su cui poggiano le valute degli Stati sovrani. Quelle voci non furono ascoltate e la moneta è nata nella forma che noi conosciamo.
Poi è venuta la crisi mondiale, nel 2007, e naturalmente è emersa la debolezza della moneta unica, che adesso è sotto gli occhi di tutti. Sono stati colpiti i Paesi della periferia della moneta unica. È chiaro che questi Paesi, la Grecia, la stessa Italia, sono Paesi che avevano delle responsabilità nel modo in cui essi si erano gestiti, ma sia chiaro: la loro crisi è anche figlia della debolezza della moneta unica più che essere madre o causa di tale debolezza. Sono processi complessi.
Ora lei segnala, signor Presidente del Consiglio – giustamente, a mio avviso -, il rischio che si possa dissolvere l’euro, un rischio che considero più imminente di quanto forse non si creda. Chi avrebbe immaginato, sei mesi fa, che andassero in difficoltà i titoli di Stato della nostra amica, vicina Francia e così via, o dell’Olanda? Quindi, è chiaro che siamo di fronte ad una gravissima condizione ed è giusto, come lei dice, ed è importante per questo la nascita del suo Governo, che l’Italia, l’Italia di De Gasperi, l’Italia di Sforza, l’Italia di Spinelli, abbia una voce in questa materia.
Voglio sottolineare che è importante che due italiani siedano nelle istituzioni europee, lei e il Presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi. Ebbene, per queste ragioni, signor Presidente del Consiglio, noi sappiamo che l’Italia non può parlare finché è l’anello debole e che, quindi, le cose che lei si propone di fare sono indispensabili. Io la sosterrò…

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole La Malfa.

GIORGIO LA MALFA. Mi scusi, trenta secondi, signor Presidente, mi consenta di concludere. Io la sosterrò per queste cose e darò, se sarà possibile, anche una mano nel dare il contributo dell’Italia alla ricostruzione e al futuro dell’Europa (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Liberal Democratici-MAIE).

 

 

 


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